Il termine malpractice sanitaria (o medica) significa, a seconda dei casi, abuso o illecito o negligenza o imperizia in ambito sanitario.
Purtroppo a volte si evidenziano abusi e atteggiamenti professionali che non trovano corrispondenza con la deontologia medica e con gli standard minimi di assistenza. Per definire questo ambito della medicina, viene abitualmente adottato il termine malpractice sanitaria (o medica), nel quale si fanno confluire i concetti di abuso, di illecito, di negligenza, di imperizia.
È importante però precisare che la medicina non è una scienza caratterizzata da risultati assoluti: 0% e 100% non esistono. Ciò dipende dalla natura stessa dell’uomo, dalla sua biologia e dal comportamento delle differenti patologie.
La malpractice sanitaria (altrimenti conosciuta come malasanità) si verifica nel momento in cui un soggetto erogatore di servizio (azienda ospedaliera, medico extra moenia, ecc.), non rispettando le linee guida minime per la assistenza specializzata, provoca danni o lesioni gravi e permanenti (o morte) al paziente. Questi eventi ,che spesso sono esclusivamente conseguenza della natura della patologia da cui il paziente è affetto, in alcuni casi possono dipendere da una diagnosi non corretta o da una scelta terapeutica sbagliata/azzardata da parte del professionista sanitario. La malpractice può infatti essere conseguenza di un disprezzo per l’etica e per la adozione di serie ed accurate misure di assistenza sanitaria, e si configura quando l’errore determina un effettivo danno al paziente. Tale concetto ha pertanto una accezione notevolmente differente da quella di negligenza medica, che è invece definita come il mancato rispetto di determinati standard (spesso dovuto a disattenzione).
La Scuola di Medicina di Harvard stima che circa il 18 per cento dei pazienti subisce, in qualsiasi ospedale, una lesione o un trattamento non idoneo.
La responsabilità per tali errori, in termini generali, può dipendere:
È evidente come la malpractice sanitaria possa provocare danni irrimediabili nei confronti di soggetti che, rivolgendosi alle strutture sanitarie/medici/specialisti ecc. per curarsi, per errore subiranno uno sconvolgimento della propria vita.
Per quel che riguarda invece l'aspetto procedimentale, nella quasi totalità dei casi la responsabilità (e di conseguenza l'azione giudiziaria civile, la cui prescizione è decennale a decorrere dal momento della conoscenza dell'evento lesivo) viene attribuita all'azienda ospedaliera. Residuali azioni possono individuarsi nei confronti dei medici che operano extra moenia (in forza di contratto) in particolari settori della medicina (es. chirurgia estetica).
Camelot, forte dell’esperienza dei partner con cui collabora, tra i primi in Italia ad occuparsi della materia, offre la possibilità ai malcapitati di valutare, preventivamente e soprattutto gratuitamente, la possibilità di ottenere il risarcimento del danno da coloro che l'hanno provocato.
A seguito di un incontro con un nostro Adviser, per una preventiva valutazione del caso e la predisposizione della cronologia degli eventi, viene disposta una visita preliminare effettuata da un medico legale specializzato che, gratuitamente, verifica la sussistenza o meno dei presupposti per procedere con la richiesta di risarcimento.
Successivamente, solo nel caso in cui il medico legale ne ravvisi la fattibilità, viene proposta al cliente una formula incentrata sul risultato finale che NON prevede alcun contributo economico da parte del cliente alla stipula del contratto, ma unicamente una percentuale sull'effettivo indennizzo riconosciuto al cliente all'esito dell'attività risarcitoria.